Si presenta divisa in due campi da una cornice decorata; il campo inferiore è caratterizzato da un piccolo pronao, sul quale è collocata la statua di San Francesco; nella zona superiore, delimitata da un cornicione marcapiano, si apre una grande monofora a forma di lunetta; un timpano chiude la sommità della facciata. Sui fianchi, la chiesa è percorsa da pilastrini (paraste) e nella porzione superiore presenta monofore mistilinee. Il campanile a tre campane presenta fornici su tutti i lati.
A fianco della Chiesa si conserva parte del Convento dei Minori.
L’interno a navata unica, dilatata in lunghezza con volta a botte, presenta due cappelle laterali per lato, sovrastate da medaglioni; l’altare maggiore è in legno; la porta del tabernacolo, a sbalzo dorato, raffigura Cristo risplendente di luce, mentre si rialza vivo dal sepolcro; a terra, accecato dallo splendore, si trova il legionario di guardia.
Il coro è semicircolare, con postazioni in legno, di fattura semplice, secondo i canoni francescani. Troviamo un bel pulpito ligneo.
La Sacrestia si segnala come capolavoro di scultura in legno, opera di frate Ottavio Zoppi.
L’interno barocco è un tripudio di marmi policromi sui toni del rosso e del rosa.
Orsola Caccia, secondo quarto del XVII secolo, L’indulgenza della Porziuncola, tela, 228 x 141,5 cm, cappella di San Francesco
L’opera è stata realizzata nella prima metà del XVII secolo; è allocata in un altare ligneo bicromo. La scena rappresenta San Francesco immerso nella preghiera, fino a quando, illuminato da una luce, vede le figure della Madonna e di Gesù. In questo evento il Santo chiede la salvezza e la redenzione delle anime. In posizione centrale troviamo la Vergine che funge da intermediaria tra San Francesco, in basso a sinistra, e Cristo benedicente, in alto a destra. Il Santo, affiancato da due fedeli, prega davanti all’altare della Porziuncola. Nell’angolo a sinistra sono presenti un gruppo di angeli e putti, mentre in basso troviamo delle rose, la firma dell’autrice. La fascia di nuvole funge come linea di demarcazione tra dimensione terrestre e dimensione celeste. Il punto di luce dell’opera è lo sfondo ocra, alle spalle delle figure di Maria e Cristo.
Orsola Caccia, secondo quarto del XVII secolo, Annunciazione, tela, 255 x 171 cm, presbiterio, parete sinistra
L’opera è stata realizzata nella prima metà del XVII secolo. La scena dell’Annunciazione vede la Vergine inginocchiata con le mani giunte in preghiera; vicino a lei, troviamo un libro aperto posto su un altarino. A destra è presente un angelo aptero (privo di ali) con dei gigli in mano, rappresentazione della purezza di Maria. In centro è raffigurato lo Spirito Santo, simboleggiato da una colomba circondata dalla luce. Sopra il fascio di luce troviamo Dio, attorniato da cherubini. Nella fascia inferiore sono presenti dei fiori, soprattutto delle rose come firma dell’artista. Nella scena prevalgono i colori scuri, in modo particolare varie tonalità di ocra, ma spicca la luminosità della colomba. Lo sfondo mostra uno scorcio di un paesaggio di campagna, con un cielo fortemente nuvoloso.
Orsola Caccia, secondo quarto del XVII secolo, Madonna col Bambino e San Salvatore d’Horta, tela, 266 x 177 cm, cappella omonima
L’opera è stata realizzata nella prima metà del XVII secolo; è collocata all’interno di un altare ligneo bicromo, di stile barocco In alto a sinistra troviamo la Beata Vergine seduta su nuvole, con in braccio Gesù Bambino. Entrambi guardano in basso verso San Salvatore Da Horta. Le persone in basso a destra sono andate a chiedere soccorso al Santo, in quanto famoso taumaturgo: riuscì infatti a far partorire la donna con il neonato. Le altre due figure sono Don Hilarione Alagon Requesens e Cardona Marchese di Soris, liberati dal male, rappresentato dai serpenti vicini alla donna. In basso a destra le rose sono la firma di Orsola Caccia. La scena è scura, unico punto di luce è il cielo dorato dietro la Vergine.